Quando ritorno a quest'acqua
universale ho l'impressione di ritrovarmi e di riconoscermi. Non
so nulla delle mietiture e delle vendemmie.
Non
vi è nulla per me nelle Georgiche.
Ma
gettarsi nella massa e nel movimento, agire fino alle estremità,
dalla nuca alle dita dei piedi; rigirarsi in questa pura e
profonda sostanza; bere e soffiare la divina amarezza, tutto
questo è per il mio essere un gioco paragonabile all'amore,
l'azione in cui tutto il mio corpo diventa segno e forza, come una
mano che si apre e si richiude, parla e agisce. Qui, tutto il
corpo si concede, riprende se stesso, si concepisce, si prodiga e
vuole esaurire i propri possibili. La sommuove, vuole afferrarla,
abbracciarla, diventa pazzo di vita e della sua libera mobilità, la ama, la possiede, crea con lei mille idee strane. Attraverso di lei, io sono l'uomo che voglio
essere. Il mio corpo diventa il diretto strumento del pensiero, e
nel frattempo l'autore di tutte le sue idee.
Tutto si chiarisce per me. Capisco all'estremo ciò
che l'amore potrebbe essere. Eccesso del reale! Le carezze sono
conoscenza. Gli atti dell'amante sarebbero i modelli delle opere.
E allora nuota! sbatti la testa contro quest'onda
che rotola verso di te, che insieme a te si frange e ti avvolge!
Per qualche secondo ho
pensato che non sarei più potuto venir fuori dal mare. Mi
ributtava, mi riprendeva nelle sue pieghe irresistibili. Il ritiro
dell'enorme onda che mi aveva appena vomitato sulla sabbia, faceva
rotolare la sabbia insieme a me. Tentavo inutilmente di
sprofondare le mie braccia dentro quella sabbia, ma essa scendeva
insieme a tutto il mio corpo.
Siccome lottavo ancora un poco,
un'onda molto più forte arrivò e mi gettò, come un relitto, al
limite della zona critica.
Cammino infine sull'immensa
spiaggia, rabbrividendo e bevendo il vento. Una raffica di
maestrale colpisce ora le onde di traverso, le arriccia, le
increspa, le copre di scaglie, le carica di una sequenza di
ondulazioni secondarie che esse trasportano dall'orizzonte fino
alla barra di rottura e di schiuma.
Uomo felice con i piedi
nudi, io cammino ebbro di cammino sullo specchio continuamente
levigato dal flusso infinitamente sottile.
…
P. Valéry, Ispirazioni
mediterranee |
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